Lo scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco si verifica in seguito a una riduzione dell’efficienza contrattile del cuore che in questo modo non riesce a pompare e distribuire il sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell’organismo causando una ridotta ossigenazione di organi e tessuti del corpo umano e la compromissione della qualità della vita.

Tra le cause principali di questa patologia, l’infarto è una delle prime, ma può anche verificarsi su base genetica ed ereditaria. Possono determinare uno scompenso anche un’infezione come la miocardite oppure una causa post alcoolica, cioè l’assunzione esagerata di alcolici o anche di droghe.

Lo scompenso cardiaco si manifesta con dei sintomi caratteristici che possono farci allarmare, quali: la comparsa di edema alle gambe e ai piedi, la mancanza di fiato ovvero il fiato corto (dispnea), il passaggio da una sensazione di benessere a una percezione di mancanza di aria anche detta "fame d'aria". “Si potrebbe avvertire la necessità di dormire con più cuscini perché manca l’aria – spiega il dott. Iacopino - mentre in altre occasioni è poco sintomatico, soprattutto negli stadi iniziali”.   Un senso di affatticamento e mancanza di energia persino prima di fare uno sforzo fisico può essere un ulteriore campanello d’allarme così come il progressivo calo di appetito.

Questa sintomatologia può essere sottovalutata - stanchezza e spossamento - soprattutto nei soggetti di età avanzata che sono però quelli a maggior incidenza, poichè i sintomi vengono ricollegati all'avanzare dell'età . 

Il modo più corretto per fare prevenzione è lo stile di vita. Di primaria importanza  sono  l’attività fisica regolare, una corretta e sana alimentazione – come la dieta mediterranea – controllando il peso corporeo ed evitando cattive abitudini come il fumo o l’abuso di alcolici . Risultano poi fondamentali screening regolari per valutare lo stato di salute: questi sono i fondamenti della salute in generale e rimangono validi anche per il cuore.

Il termine minimo dai quali cominciare a svolgere accertamenti è di quarant'anni in caso di soggetti senza fattori di rischio conclamati come diabete e  ipertensione oppure familiarità, per i quali è invece richiesta attenzione fino dall’età giovanile o scolare. 

Se l’individuo ha invece una familiarità  e qualche parente stretto ha avuto un infarto o c’è stata una morte improvvisa in famiglia, allora questi sono soggetti che vanno messi sotto controllo fin da subito

Gli esami da svolgere per accertare lo stato di salute del cuore e la presenza o meno dello scompenso cardiaco sono:  

L’elettrocardiogramma: una tecnica strumentale molto diffusa, frequente anche in età scolare nelle valutazioni per la medicina dello sport, per questo è bene che tutti i genitori sottopongano i propri figli a questo test.

L’ecocardiogramma: una prova sotto sforzo che viene indicata per motivazioni specifiche

Quindi, esistono degli esami successivi che possono essere l’holter per la registrazione nelle 24 ore o il ricorso a dei piccoli dispositivi o registratori esterni o impiantabili, nell’eventualità in cui non si riesca a effettuare una diagnosi completa.

Qualora si riscontri nel paziente lo scompenso cardiaco sono disponibili diverse strade terapeutiche. Il primo approccio è quello farmacologico, la corruzione del disturbo di base con rivascolarizzazione miocardica chirurgia o percutanea (bypass-angioplastica), correzione chirurgica o percutanea dei vizi valvolari (valuloplastica e sostituzione valcolare) e qualora non portasse risultati positivi, ci si può rivolgere alla cosiddetta “terapia elettrica” – il noto defibrillatore – che ha la capacità di stimolare il cuore quando la sua efficienza risulta essere alterata, con i fili che, stimolando il cuore in maniera sinergica da destra e da sinistra permettono la ottimizzazione della efficienza contrattile residua (resincronizzazione ventricolare con stimolazione biventricolare) e prevengono dalla morte cardiaca improvvisa aritmica.