La fine delle vacanze non è la fine del mondo

La fine delle vacanze non è la fine del mondo

Bentornati italiani.
Ricordate i parcheggi liberi, le città deserte, gli uffici vuoti e la calma che si respirava le scorse settimane soprattutto nelle metropoli?
Un lontano ricordo. Settembre è iniziato e con sé la nostra routine quotidiana.

Per quanto il countdown per il Natale sia già partito nelle agende dei fanatici delle vacanze… è tempo di tornare al lavoro.
Ufficio. Scuola. Studio. Azienda e quant’altro. Purtroppo, il tempo del riposo è finito.
Asciugati i costumi da bagno e riposte le valigie in ripostiglio…occorre tirare fuori dall’armadio cravatte e tailleur.

Un momento a tratti piacevole… a tratti malinconico.
Una fase che è stata battezzata con “stress da rientro”. Un cosiddetto disturbo che, secondo alcune recenti stime, colpirebbe circa 6 milioni di italiani.
Ovviamente non stiamo parlando di una vera e propria patologia; piuttosto, lo “stress da rientro” è un’improvvisa condizione di disagio che sfocia in un forte momento di spossatezza per il nostro organismo.
Una condizione generale che si presenta con alcuni sintomi ben definiti.
Una sorta di ansia da prestazione nei confronti della scrivania, un costante stato di nervosismo che ci colpisce quando torniamo alla nostra vita professionale.
Pc, colleghi, capi, scadenza, report e quant’altro. Tutti questi elementi possono provocare insonnia e farci sentire mentalmente appesantiti.
Non c’è una cura specifica poiché non c’è malattia.

I consigli da seguire per arginare questo stato leggero stato depressivo sono: dormire molto e bene, fare movimento, seguire un’alimentazione corretta, cercare di essere ottimisti, prendersi delle pause, niente tecnologia a letto e concedersi dei piccoli momenti di relax.
Insomma: un ritorno graduale alla routine quotidiana.

Un po’ come tuffarsi piano piano nell’acqua gelida degli impegni per evitare congestioni umorali.
Una metafora che ci farà sentire, almeno in parte, ancora in vacanza.