DOMANDE FREQUENTI al cardiologo

  • » Non mi hanno mai diagnosticato alcuna patologia cardiaca e al momento non soffro di disturbi al cuore. Dovrei lo stesso sottopormi a una visita di controllo?

    È utile sottoporsi ad una visita di screening cardiologico anche in condizione di apparente benessere nei seguenti casi:
    - Prima di effettuare attività fisica anche non agonistica.
    - Quando si hanno multipli fattori di rischio cardiovascolare come diabete, obesità, dislipidemia, ipertensione arteriosa,
    - Quando è presente familiarità per malattie cardiovascolari
    - Quando un familiare è affetto da patologie cardiache familiari e/o ereditarie, come la cardiomiopatia ipertrofica, la cardiomiopatia dilatativa primitiva, la sindrome di Brugada, la sindrome del QT lungo etc.

  • » Quale tipo di attività fisica bisogna fare per mantenere il cuore in salute?

    L'attività fisica migliore e quella di tipo aerobico, svolta con regolare cadenza almeno 2-3 volte a settimana. Per attività fisica aerobica si intendono attività come il nuoto, il running, il ciclismo etc.
    Anche chi ha problemi di cuore può trarre giovamento da una attività fisica aerobica previo parere del cardiologo sul tipo e sui limiti della attività per ogni singolo paziente.

  • » È normale avvertire dolori toracici dopo un attacco cardiaco?

    Se avverti dolori toracici e sei un paziente ad alto rischio poiché già soffri di una ischemia cardiaca , ogni dolore deve essere valutato da un cardiologo.
    Esistono condizioni in cui il paziente ha una patologia chiamata angina da sforzo stabile, cioè è affetto da dolore toracico che compare regolarmente per determinate attività. Questi pazienti, già valutati da un cardiologo, che non hanno potuto risolvere completamente il problema del dolore toracico (angina), hanno una soglia di dolore, sanno cioè che determinate attività fisiche come salire un piano di scale non causano dolore toracico ma farne una un po’ più intensa, come salire due piani di scale causa dolore toracico. Questi pazienti devono allertarsi e considerare non nomale avere dolore toracico quando le caretteristiche del dolore e la soglia del dolore cambiano improvvisamente o lentamente.

  • » Quali sono i sintomi dell' infarto cardiaco?

    I sintomi classici dell’infarto cardiaco sono dolore al toracico al centro del petto o verso la sinistra del petto, in una zona estesa e non puntiforme (dolori puntiformi o fitte ben localizzate non sono dolori da infarto). Questo dolore compare improvvisamente e perdura per più di pochi minuti, è in genere intenso e talvolta insopportabile, descritto come costrittivo, schiacciante, oppressivo (tipicamente come un peso o una morsa al centro del petto), è localizzato tipicamente dietro lo sterno al centro del petto, ma spesso anche sopra lo stomaco. Può irradiarsi a tutto il petto, soprattutto la parte sinistra, il braccio sinistro fino al polso e alle dita, ma anche alla spalla, al collo, alla mandibola e tra le scapole. Può accompagnarsi a sudorazione fredda, nausea, vomito, debolezza, vertigini, sincope, pallore.

  • » Quanto dura la batteria di un pacemaker?

    La durata media della batteria di un pacemaker è di 7-10 anni. La durata però può essere estremamente variabile e dipende da molteplici fattori quali: il tipo di pacemaker (pacemaker monocamerali, bicamerali, biventricolari).
    Il numero di volte che il pacemaker entra in funzione (stimola) per supportare il ritmo cardiaco (percentuale di stimolazione). Dall’energia che viene utilizzata dal pacemaker per attivare il cuore (outpout). Cioè alcuni cuori richiedono una bassa energia ad ogni impulso per essere attivati dal pacemaker, altri energie più alte.

  • » La fibrillazione atriale viene regolata dal pacemaker?

    Il pacemaker in genere non previene la fibrillazione atriale. E’ pero utile per regolare la frequenza cardiaca media e stabilizzare alcune categorie di pazienti.
    Il pacemaker infatti evita che il cuore di chi ha la fibrillazione possa battere troppo lentamente. Per i battiti troppo veloci, cioè per ridurre la frequenza cardiaca in fibrillazione atriale, si usano invece specifici farmaci. In alcuni pazienti quindi il pacemaker da solo (pazienti che soffrono di fibrillazione atriale e battiti lenti) o l’uso di pacemaker e farmaci o la combinazione di pacemaker ed ablazione (pazienti che soffrono di fibrillazione atriale e battiti talvolta veloci e talvolta lenti ) è un valido strumento per regolarizzare il cuore di chi ha la fibrillazione atriale.

  • » Qual è la differenza tra defibrillatore e pacemaker?

    Il pacemaker evita che il cuore batta troppo lentamente (pacing antibradicardico). Il defibrillatore interviene sia per controllare la frequenza cardiaca bassa (funzione antibradicardia) sia nel caso di aritmie veloci pericolose per la vita (arresto cardiaco), erogando una scarica elettrica all’interno del cuore (DC shock interno).

  • » Devo fare uno studio elettrofisiologico, quanti giorni devo rimanere in ospedale?

    Per eseguire uno studio elettrofisiologico è in genere necessario una sola notte di ricovero. Nel caso effettuando lo studio elettrofisiologico si decida di proseguire con la ablazione la degenza minima aumenta a due notti.

  • » Esiste una cura definitiva per sconfiggere la fibrillazione atriale?

    Esistono diverse aritmie che si possono curare in maniera definitiva (nel 98-99% dei casi) con un intervento chiamato ablazione transcatetere. La fibrillazione atriale non è una di queste aritmie e purtroppo una cura certa e definitiva per la fibrillazione atriale non esiste ancora. Nella maggior parte dei casi, circa il 70%-95%, si riesce ad ripristinare il normale ritmo del cuore con i farmaci o con la ablazione o con la combinazione di entrambe le cose. Sicuramente la ablazione risulta molto più efficace della terapia medica, ma non assicura la guarigione definitiva. Ovviamente la percentuale di riuscita nella cura della fibrillazione dipende molto dal tipo di fibrillazione atriale e dalle altre eventuali patologie associate. Talvolta l’intervento di ablazione deve essere ripetuto 1-2 volte poiché la patologia tende ad evolversi e recidivare nel tempo. Un pò come per la ischemia cardiaca fare la angioplastica non ci assicura che non si avranno mai più ischemie, fare la ablazione di fibrillazione atriale non ci assicura che non si avranno mai più aritmie.

  • » Devo sottopormi a un intervento di ablazione transcatetere per curare la fibrillazione atriale. È un intervento rischioso?

    La ablazione di fibrillazione atriale è un intervento di complessità media e come tutti gli interventi sul cuore presenta un rischio sebbene basso. Questo rischio, in mani esperte, è in genere valutabile intorno al 1-2%. E’ importante quindi scegliere operatori esperti e centri attrezzati contro ogni genere di complicanza e preferibilmente con la cardiochirurgia in sede.

  • » Mi hanno appena informato che per due giorni dovrò indossare un holter cardiaco. Cosa potrò e cosa non potrò fare per questo lasso di tempo?

    Dovrà svolgere le sue normali attività quali lavorare, camminare, guidare, etc. Questo perché è importante correlare la sua attività elettrica cardiaca alle reali condizioni della vita. Non esistendo purtroppo apparecchi impermeabili dovrà evitare gli sport di acqua, nonché attività come saune, lampade solari etc. Dovrà inoltre impegnarsi a compilare un diario in cui segnalerà eventuali sintomi e le principali attività (come risveglio, riposo, sonno, attività fisica, etc).

  • » Cosa prevede un normale check up di controllo? È un esame invasivo?

    Non prevede esami invasi o dolorosi. Di base prevede la raccolta anamnestica, la visita cardiologica, l'elettrocardiogramma e lo ecocardiogramma da integrarsi, in alcuni casi, in base al parere del cardiologo, con altri esami ematochimici e strumentali.

  • » Mi hanno prescritto l'impianto di un pacemaker. Come cambierà la mia vita? Quali attività non potrò più svolgere?

    Molti pazienti sottoposti all'impianto di un dispositivo cardiaco tornano alle normali attività quotidiane dopo essersi completamente ripresi dall'intervento chirurgico. Esistono tuttavia determinate situazioni che dovrà evitare.

    Attività fisica: E’ bene evitare attività che prevedano un contatto fisico violento e che possano dunque implicare cadute o urti in corrispondenza del sito di impianto, in quanto ciò potrebbe danneggiare il dispositivo o i fili. Viaggi: La maggior parte dei pazienti sottoposti a impianto di dispositivo cardiaco può viaggiare senza limitazioni salvo il caso in cui esistano controindicazioni correlate alla condizione clinica sottostante.

    Servizi di sicurezza: Evitare di attraversare una porta metal detector, il paziente dovrà informare il personale di sorveglianza di essere portatore di dispositivo cardiaco ed esibire il certificato di identificazione. Se il personale di sorveglianza utilizza un metal detector palmare per il controllo dei passeggeri, invitare l'addetto a non posizionare o passare lo strumento sopra il dispositivo cardiaco. Sistemi antitaccheggio: attraversare i sistemi di sicurezza delle porte dei negozi a passo normale e non sostare nelle immediate vicinanze di tali zone

    Procedure mediche e odontoiatriche: Prima di sottoporsi a qualsiasi procedura medica, informare sempre il medico, il dentista o il tecnico della presenza del dispositivo cardiaco. Prima di eseguire la procedura, questi professionisti potrebbero avere necessità di mettersi in contatto con il cardiologo. Evitare studi di RM (risonanza magnetica) o angioRM (angiografia con risonanza magnetica) a meno che il pacemaker non sia certificato per la risonanza.

    Telefonino: Non bisogna metterlo nella tasca superiore della giacca, dove si troverebbe nelle vicinanze del pacemaker, ma collocarlo almeno a una ventina di centimetri di distanza.

    Dispositivi elettrici, elettrodomestici, attrezzi: La maggior parte dei dispositivi meccanici ed elettrici che si usano per le normali attività quotidiane non interferiscono con il pacemaker. Elettrodomestici come normali radio, frigoriferi, fornelli, telecomandi, televisioni, rasoi elettrici, computer, microonde, router wi-fi, etc non interferiscono con il pacemaker se sono in buono stato. Bisogna però fare attenzione alle piastre elettriche a induzione, evitando di avvicinarsi alle stesse (utilizzare le piastre posteriori del piano cottura che risultano più lontano dal torace). Alcuni strumenti possono per la generazione di campi elettromagnetici o per le vibrazioni generare interferenze con il pacemaker (seghe elettriche, trapani, saldatrici, etc).

  • » Ogni quanto va misurata la pressione? È preferibile farlo a casa da soli o usufruire della prestazione di uno specialista?

    Il principale vantaggio del monitoraggio dei valori di pressione non in ambiente medico è rappresentato dall’avere un elevato numero di registrazioni. Esse riflettono meglio i valori reali di pressione del soggetto. Le condizioni di misurazione devono essere standard, non bisogna aver fumato, fatto uso di sostanze eccitanti, bisogna essere seduti, a riposo, senza aver fatto attività fisiche pesanti nella ora precedente alla misurazione. Nello specifico la posizione sdraiata o seduta andrebbe mantenuta per almeno 5-10 minuti prima di effettuare la rilevazione. In questo periodo di tempo il soggetto dovrebbe rilassarsi, per cui le condizioni ambientali dovrebbero essere confortevoli. Il braccio andrebbe tenuto libero da vestiti, possibilmente senza arrotolare camice o maglioni che potrebbero occludere parzialmente i vasi ed aumentare così la pressione. La misurazione della pressione andrebbe effettuata almeno un giorno alla settimana preferibilmente al mattino, dopo pasto ed alla sera. In alcuni pazienti il medico potrà richiedere in base alle condizioni cliniche, misurazioni più frequenti ed in specifici momenti della giornata.

  • » Sono affetto da ipertensione arteriosa. Esistono particolari accorgimenti nella alimentazione?

    È stato dimostrato che un consumo eccessivo di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte. Elevati apporti di sodio (che è contenuto nel sale) aumentano il rischio per alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente da questo meccanismo. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda di non superare i 5 g di sale al giorno (che corrispondono a 2 g di sodio) in tal modo è possibile ridurre il rischio di ictus del 23% e quello di malattie cardiovascolari del 17% (raccomandazioni che non si riferiscono solo alle persone ipertese, ma anche alla popolazione generale) Il mantenimento di un peso adeguato è un fattore importante nel ridurre il rischio di ipertensione e quindi di avere malattie cardiovascolari. Se la pressione è solo lievemente elevata, eliminare l’eccesso di peso può far ritornare alla normalità la pressione del sangue; ridurre il peso corporeo di 10 kg comporta una riduzione di circa 5-10 mmHg di pressione arteriosa.

    RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI: Seguire le raccomandazioni per una corretta alimentazione in merito alla riduzione di grassi soprattutto di origine animale, di bevande ed alimenti ricchi di zuccheri e all’assunzione di adeguate porzioni di frutta e verdura. Ridurre l’uso del sale e il consumo di alimenti ricchi in sodio. Aumentare l'apporto di alimenti ricchi in potassio e calcio, che riducono i valori di pressione. Scegliere cibi ad elevato contenuto di amido e fibre e basso tenore in zuccheri semplici. Cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura semplici come: vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o i bolliti di carne. Mangiare con moderazione e preferibilmente distribuendo la quota calorica giornaliera in 5 pasti: colazione, merenda a metà mattina, pranzo, merenda nel pomeriggio e cena.

    ALIMENTI NON CONSENTITI: Superalcolici e alcolici. È nota una relazione diretta tra alcol ed ipertensione, alimenti conservati sotto sale, in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne poiché contengono elevate quantità di sale Cibi confezionati e da fast-food Snack salati come patatine, pop-corn e noccioline. Salse tipo soia, maionese e ketchup. Fritture, pastella. Condimenti grassi come burro, lardo, panna, pancetta, margarine. Insaccati come mortadella, salame, salsicce. Bevande zuccherine come cola, acqua tonica, tè freddo, ma anche succhi di frutta. Dolci quali torte, pasticcini, biscotti, frollini, gelatine, budini, caramelle, merendine, brioche. Cibi affumicati (salmone), cibi sott’olio (funghi, acciughe), cibi sott’aceto (capperi).

    ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE: Vino. Non più di un bicchiere a pasto. Caffè e tè, limitare il consumo a non più di 2 tazze al giorno. Sale da cucina. E’ buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la cottura ed evitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità come le Carni rosse. Formaggi ad alto contenuto in grassi e sale, come pecorino, gorgonzola, feta, formaggi fusi o comunque ridurne le porzioni o preferire i formaggi che contengono minor contenuto di sodio come il Grana Padano DOP che contiene il 50-70% di sodio in meno rispetto a quelli sopra citati. Affettati con la frequenza di 1 volta a settimana. Preferire prosciutto cotto e insaccati derivanti da carni di pollo e tacchino perché contengono il 40% in meno di sodio rispetto a bresaola, prosciutto crudo, salame. Liquirizia. Un suo abuso può innalzare i valori pressori.

    ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI: Verdura cruda e cotta da assumere in porzioni abbondanti. Possono essere lessate, cotte al vapore o al forno. In particolare il potassio che aiuta a ridurre i valori pressori è presente in carciofi e spinaci. Frutta, circa due-tre frutti di medie dimensioni per il loro contenuto di sali minerali, vitamine ed antiossidanti.). Preferire quella di stagione e limitare al consumo occasionale dei frutti zuccherini quali cachi, fichi, uva. Legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) sono un’importante fonte di proteine vegetali. I legumi sono ricchi in potassio e hanno un buon tenore di calcio. Pesce (fresco o surgelato) tre-quattro volte alla settimana. Privilegiare il pesce azzurro con elevato contenuto di acidi grassi omega 3 che inibiscono l’aggregazione piastrinica Latte e yogurt scremati o parzialmente scremati, ricchi in calcio e potassio. Formaggi freschi come ricotta, stracchino, mozzarella consumandoli non più di due volte alla settimana. E’ possibile consumare giornalmente Grana Padano DOP grattugiato come condimento per pasta, riso e verdure. Questo formaggio è un concentrato di latte, ma meno grasso del latte intero, il suo consumo incrementa l’apporto proteico ai pasti e favorisce il raggiungimento del fabbisogno giornaliero di calcio. Carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) proveniente da tagli magri e che sia privata del grasso visibile. Pollame senza pelle. Olio extravergine di oliva, aggiunto a crudo e con moderazione Acqua, almeno 1,5 litri al giorno (preferibilmente acqua oligominerale).

    IN CORSO DI TERAPIA MEDICA: Se si assumono un diuretico risparmiatore di potassio o farmaci antiaritmici, farmaci per il colesterolo è consigliabile avvisare il medico prima di apportare modifiche sostanziali alla propria dieta.

  • » Quando la fibrillazione atriale va curata con un intervento chirurgico e quando, invece, è sufficiente una terapia farmacologica?

    Le principali indicazioni ad eseguire un intervento di ablazione percutanea di fibrillazione atriale sono le seguenti:

    - Soggetti affetti dall'aritmia in maniera sintomatica (batticuore, affanno etc) che hanno già tentato la terapia medica con farmaco anti-aritmico ma tale strategia si è dimostrata inefficace.
    - Soggetti che rifiutano la terapia medica.
    - Soggetti giovani con fibrillazione atriale isolata (Lone Atrial Fibrillation), senza cioè nessun altra patologia.

  • » Posso fare senza problemi la settimana bianca anche se sono cardiopatico?

    Per i pazienti cardiopatici la settimana bianca può rappresentare una condizione di rischio. Questo per una serie di motivi. Prima di tutto poiché a certe altitudini l’aria diventa più rarefatta e si potrebbe ridurre la concentrazione di ossigeno nel sangue, inoltre si tende a fare sforzi fisici non usuali ed avere comportamenti alimentari diversi. E’ quindi importante consultare un cardiologo che, in base alla patologia cardiaca e non da cui è affetto, valuterà sino a che quote può recarsi in sicurezza e quali ulteriori accorgimenti porre in essere.

Le informazioni sopra riportate si pongono come obiettivo quello di informare e non sostituiscono in alcun modo gli esiti di un esame.

In caso di dubbi o necessità si consiglia pertanto di prendere contatti con il centro cardiologico di Bari o di Catanzaro - Lamezia Terme per prenotare la propria visita di controllo con il cardiologo specialista o di rivolgersi direttamente al medico curante.

Scrivete le vostre perplessità o i vostri semplici dubbi sulle condizioni di salute del vostro cuore.

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