Esami Diagnostici

L’elettrocardiogramma è l'esame più importante per diagnosticare la fibrillazione atriale. Si tratta di un esame veloce e indolore che registra l'attività elettrica del cuore. Un normale ECG a riposo registra solo il battito cardiaco per alcuni secondi, quindi se la fibrillazione atriale non è presente durante questo intervallo di tempo, sarà necessario monitorare il cuore con altri esami. Individuare la fibrillazione atriale può essere più difficile quando si manifesta solo a intermittenza. Può essere necessario registrare il tracciato dell'ECG per 24 ore o più questo esame, chiamato spesso “monitoraggio Holter” viene eseguito utilizzando un piccolo dispositivo di registrazione collegato mediante fili ad adesivi speciali (elettrodi) che vengono applicati al torace. Il dispositivo è facile da trasportare e non si nota quasi sotto i vestiti. Si può portare il dispositivo con sé per la maggior parte delle abituali attività quotidiane. Può essere utile tenere un diario delle attività e di eventuali sintomi che si manifestano mentre è applicato l’Holter. Questo esame fornisce al medico informazioni dettagliate sul ritmo cardiaco e sulle correlazioni con i sintomi relativi all'intero periodo della registrazione.

Un'alternativa è rappresentata dal monitoraggio con event recorder o loop recorder, con il quale si registra unicamente l'attività elettrica del cuore in determinati momenti in cui il dispositivo è indossato. Con questi tipi di monitor, non appena si sentono i sintomi è sufficiente premere un pulsante e si avvia la registrazione. Questi monitor di eventi indossabili possono essere utilizzati per settimane. Se anche in questo caso la fibrillazione atriale sospetta non viene ancora diagnosticata, è possibile utilizzare un monitor cardiaco impiantabile per registrare il ritmo cardiaco in maniera continua. Questi dispositivi miniaturizzati vengono posizionati sotto la pelle del torace e possono registrare le variazioni nel ritmo cardiaco fino a tre anni. Potrebbe essere necessario eseguire alcuni esami del sangue anche dopo la formulazione della diagnosi di fibrillazione atriale. Sebbene non siano necessari per formulare la diagnosi di fibrillazione atriale, possono contribuire a spiegare perché si è sviluppato questo disturbo, per esempio a causa di problemi alla tiroide o all'equilibrio degli elettroliti. Gli esami del sangue aiutano inoltre il medico a scegliere il trattamento o i trattamenti migliori per il paziente.

Ecocardiogramma

Un ecocardiogramma, chiamato anche “eco” o “ecografia cardiaca”, è un esame utilizzato per controllare la dimensione e la funzionalità del cuore. L'esame è completamente indolore e innocuo e permette di analizzare la funzione e la struttura delle quattro camere del cuore e delle valvole.

Ecocardiografia transesofagea

Un ecocardiogramma transesofageo, o TEE, viene utilizzato per scattare immagini del cuore attraverso l'esofago. A causa della posizione del cuore nel torace, a ridosso dell’ eseofago, questo esame può fornire immagini estremamente dettagliate delle parti più importanti del cuore nei pazienti con fibrillazione atriale (atrio sinistro con relativa auricola, muscolo cardiaco circostante e valvola). L'esame TEE rappresenta il gold standard per individuare coaguli di sangue che possono formarsi in seguito a fibrillazione atriale. Durante questo esame, un tubo flessibile viene introdotto attraverso la bocca e posizionato nell'esofago. Per favorire il rilassamento durante la procedura vengono somministrati dei medicinali.

Terapia

Il trattamento della fibrillazione atriale può essere costituito da farmaci per l'aritmia (farmaci antiaritmici), terapia interventistica (ablazione e chiusura percutanea di auricola) oppure farmaci per il trattamento dei rischi associati alla fibrillazione atriale (come l'ictus con farmaci che fluidificano il sangue, anticoagulanti orali).

COSA SONO I MEDICINALI CHE FLUIDIFICANO IL SANGUE?

Esistono vari tipi di medicinali che fluidificano il sangue. Gli anticoagulanti prescritti a pazienti affetti da patologia cardiaca sono: antagonisti della vitamina K e i nuovi medicinali anticoagulanti orali o NOAC. In caso di intervento chirurgico, comprese le procedure odontoiatriche, è importante far sapere al chirurgo che si sta assumendo un medicinale che fluidifica il sangue. La decisione finale riguardo al tipo di anticoagulante da assumere spetta al medico. Alcuni pazienti possono non essere idonei all'assunzione di un NOAC, questi farmaci migliorano la qualità di vita dei pazienti poichè non richiedono il controllo dei valori di scoagulazione con analisi del sangue settimanali.

ANTAGONISTI DELLA VITAMINA K 

Warfarin (coumarin), Acenocoumarolo. Gli antagonisti della vitamina K sono gli anticoagulanti conosciuti da maggior tempo e più usati al mondo. Essi riducono la capacità del sangue di formare coaguli. Questi coaguli di sangue si formano quando le cellule del sangue e altri materiali si uniscono formando una massa solida all'interno di un vaso sanguigno. Affinché questo processo avvenga occorrono fattori di coagulazione del sangue. Gli antagonisti della vitamina K bloccano alcuni di questi fattori, rendendo il processo di coagulazione più difficile. A questo proposito, si parla spesso di “fluidificazione del sangue”. L'effetto svolto dagli antagonisti della vitamina K sui fattori di coagulazione li rende molto efficaci nel ridurre il rischio di ictus. Per valutare l'effetto fluidificante sul sangue è necessario eseguire esami del sangue periodici per misurare il cosiddetto “INR” o rapporto internazionale normalizzato. In base a questa misurazione si adatta il dosaggio dei medicinali in base alle esigenze del singolo. È estremamente importante eseguire questo esame del sangue regolarmente per verificare che il dosaggio che si sta assumendo sia corretto e che non ci siano rischi. Il dosaggio utilizzato può variare da persona a persona e da periodo a periodo in una stessa persona. Normalmente, nelle persone che non assumono anticoagulanti, il sangue forma coaguli quando l'INR è pari circa a 1. Per ridurre il rischio di ictus in pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, l'INR deve essere compreso tra 2 e 3. ed in alcuno casi tra 2,5 e 3,5. Bisogna evitare un massiccio consumo di alcool e gli alimenti che contengono grandi quantità di vitamina K. Tali alimenti possono rendere la fluidificazione del sangue meno efficace. Se la dieta è ricca di vitamina K, sarà necessario probabilmente assumere un quantitativo maggiore di medicinale per fluidificare il sangue.

NOAC, NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI NON ANTAGONISTI DELLA VITAMINA K 

Dabigatran (Pradaxa o Pradax), Rivaroxaban (Xarelto), Apixaban (Eliquis), Edoxaban (Lixiana or Savaysa). 
I NOAC sono stati introdotti nel 2008-2009 e da allora sono stati utilizzati con successo e testati su migliaia di pazienti con fibrillazione atriale per prevenire gli ictus. Questi medicinali contrastano direttamente uno degli agenti di coagulazione esercitando una prevenzione analoga o probabilmente migliore contro gli ictus rispetto a un antagonista della vitamina K. Possono essere utilizzati senza controllare l'INR e non sono influenzati dagli alimenti, da altri medicinali e dall'alcool. Dabigatran e Apixaban si assumono due volte al giorno, mentre Rivaroxaban ed Edoxaban possono essere assunti una volta al giorno. È estremamente importante assumere un NOAC ogni giorno, come prescritto dal proprio medico. Nei pazienti trattati con NOAC il medico deve controllare la funzionalità renale.

EFFETTI COLLATERALI DEGLI ANTICOAGULANTI ORALI

L'effetto collaterale più comune che si verifica con tutti i medicinali che fluidificano il sangue è il sanguinamento. Nella maggior parte dei casi il sanguinamento non è grave. Altre volte può verificarsi un sanguinamento lieve, come avviene per esempio quando si formano lividi o sopraggiunge un leggero sanguinamento del naso. Circa l'1-2% delle persone che assumono fluidificanti del sangue sviluppa sanguinamenti più gravi che possono richiedere una trasfusione di sangue e l'interruzione dei medicinali in questione. L'effetto collaterale di sanguinamento più grave dovuto ai medicinali che fluidificano il sangue è un sanguinamento nel cervello chiamato “emorragia intracranica”. Prima della prescrizione, il medico calcolerà il rischio di sanguinamento utilizzando un apposito punteggio. Un esempio di un punteggio del rischio di sanguinamento usato comunemente è il punteggio HAS-BLED (dalle iniziali dei fattori di rischio in lingua inglese).