Impianto di pacemaker definitivo

Ogni singolo battito cardiaco è determinato da una contrazione muscolare attivata da un impulso elettrico. Il primo segnale elettrico origina dal pacemaker naturale del cuore, il Nodo Seno-Atriale, formato da cellule elettricamente attive e localizzato nella parte superiore dell’atrio dx. Questo nodo emette regolarmente segnali elettrici che si diffondono alle camere superiori del cuore (Atri). Gli impulsi poi viaggiano attraverso un ponte elettrico, il Nodo Atrio-Ventricolare, fino alle camere inferiori del cuore (Ventricoli). Un disturbo in qualche punto di questo percorso elettrico del segnale può alterare il battito regolare del cuore. Fortunatamente esistono i Pacemaker, che possono sostituire il sistema elettrico del cuore, se necessario.

Che cosa è un Pacemaker definitivo?

Il pacemaker è un piccolo dispositivo, impiantato in genere sotto la cute in sede sottoclaveare. E’ costituito da una batteria e da un circuito elettronico, che produce stimoli elettrici idonei a far contrarre il cuore. Gli impulsi elettrici vengono trasmessi fino al cuore attraverso dei fili elettrici sottili e resistenti, gli elettrocateteri. Attraverso questi cateteri il pacemaker è in grado, non solo di stimolare il cuore, ma anche di registrare l’attività elettrica del cuore, in maniera da intervenire solo quando è necessario.

Esistono diversi tipi di pacemaker con diverse caratteristiche e modi di stimolazione, gran parte dei quali sono programmabili dall’esterno e vengono scelti dal medico in base alle esigenze del paziente.

Precauzioni per portatori di pacemaker: Gli sport che provocano contatto fisico possono danneggiare il pacemaker. La Risonanza Magnetica funziona con potenti magneti. Se avete in programma di eseguire tale test, ricordatevi di informare il vostro Medico che avete un pacemaker! I sistemi di sicurezza come quelli degli aeroporti, possono causare problemi al pacemaker solo se ci si trattiene a lungo sotto il campo magnetico. Passare attraverso la porta magnetica anche più volte non provoca problemi. Tuttavia, i pazienti con pacemaker dovrebbero evitare di sostarci Forni a microonde telefoni cellulari e coperte elettriche non interferiscono con il pacemaker.

Il pacemaker ha una sua batteria. Il livello di carica della batteria viene controllato periodicamente. La batteria ha una durata variabile, dipendente da diversi fattori (percentuale di stimolazione ed energia energia necessaria alla stimolazione), in media 8 anni e non può essere ricaricata.  Se la batteria necessita di essere cambiata si procede con la sostituzione del pacemaker, una procedura simile  all’impianto ma di durata più breve ed a più basso rischio, poichè i cateteri non vengono sostituiti.

 

Tipi di Pacemaker

Esistono tre tipi di pacemaker che servono per scopi differenti
Pacemaker Monocamerale – in questo pacemaker un solo elettrodo è inserito in una camera del cuore. Qualche volta è inserito nella camera superiore (atrio), altre volte nella camera inferiore (ventricolo).
Pacemaker Bicamerale – in questo pacemaker gli elettrodi sono inseriti in due camere, uno nell’atrio e l’altro nel ventricolo e stimolano in entrambe le camere. In questo modo si riproduce meglio la naturale attività elettrica del cuore. Questo tipo di pacemaker coordina la funzione degli atri e dei ventricoli e riduce l’incidenza di fibrillazione atriale e di ischemia cerebrale.
Pacemaker Rate-Responsive – questi pacemaker hanno sensori che automaticamente cambiano la frequenza di stimolazione in base all’attività fisica del paziente.

  • » Informativa procedurale per i pazienti

    L’impianto di un pacemaker definitivo si rende necessario in presenza di sintomi dovuti ad una bassa frequenza cardiaca. L’impulso elettrico, che permette al cuore di contrarsi e di svolgere la propria funzione, origina in un gruppo di cellule situate nell’atrio destro, che rappresentano il nodo seno-atriale e viene propagato a tutto il cuore attraverso un sistema di conduzione la cui componente più importante è il nodo atrio-ventricolare.

    Quando si verifica un’alterazione nell’origine o nella conduzione dell’impulso elettrico (malattia del nodo del seno, blocco atrio-ventricolare, ecc.), il battito cardiaco è troppo lento e causa disturbi quali vertigini, debolezza, mancanza di respiro, perdita di coscienza.

     

    Cos’è un pacemaker e come funziona?

    Il pacemaker è un piccolo dispositivo, costituito da una batteria e da un circuito elettronico, che produce stimoli elettrici idonei a far contrarre il cuore. Gli impulsi elettrici vengono trasmessi fino al cuore attraverso dei fili elettrici sottili e resistenti, gli elettrocateteri. Alcuni pacemaker utilizzano un unico catetere (pacemaker monocamerale), altri due cateteri (pacemaker bicamerale). Attraverso questi cateteri il pacemaker è in grado  di stimolare il cuore e di registrare l’attività elettrica del cuore, in maniera da intervenire solo quando è necessario. Il pacemaker ha una sua batteria, il cui livello di carica viene controllato periodicamente. La batteria ha una durata variabile, dipendente da diversi fattori, in media 8 anni e non può essere ricaricata.  Se la batteria necessita di essere cambiata si procede con la sostituzione del pacemaker.

     

    Come si impianta?

    L’impianto di pacemaker viene effettuato in anestesia locale. La prima fase consiste nell’introduzione degli elettrocateteri attraverso la vena cefalica e/o la vena succlavia (di solito sinistra). L’approccio a questi vasi avviene, con diverse tecniche, nella regione della spalla, sotto la clavicola. I cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionati nelle camere cardiache (atrio destro e/o ventricolo destro) in posizioni ottimali. Dopo aver controllato la stabilità e l’efficacia della stimolazione, i cateteri vengono collegati al pacemaker. Mediante una piccola incisione, il pacemaker viene inserito sotto la pelle e la piccola ferita viene richiusa con alcuni punti di sutura. L’impianto di un pacemaker dura in media 45-90 minuti.

    Il rischio di un impianto di pacemaker è generalmente molto basso e dipendente dallo stato di salute, dalla cardiopatia sottostante, dall'età.

     

    Complicanze

    • Ematoma locale che generalmente si risolve spontaneamente in pochi giorni
    • In casi molto rari dislocamento dei cateteri; in questo caso è necessario procedere al riposizionamento degli stessi mediante una procedura simile all’impianto
    • In casi rarissimi infezione della tasca del pacemaker
    • Danneggiamento dei vasi attraverso i quali sono introdotti i cateteri (tromboflebite, trombosi venosa profonda, ecc.)
    • Danneggiamento del polmone (pneumotorace) che si può verificare durante la puntura della vena succlavia
    • Versamento pericardico

    Alcune di queste complicanze possono risolversi spontaneamente o richiedere delle procedure mediche o chirurgiche per essere corrette.