Quando la salute non va in vacanza

Quando la salute non va in vacanza

L’estate è finalmente esplosa e con essa la voglia di viaggiare.
Mare o montagna? Aereo o treno? Famiglia o amici?
Sono queste le domande che, i più fortunati, si stanno ponendo davanti a un pc o durante la pausa caffè.
Perché le vacanze fanno bene alla mente e all’anima. Ma cosa succede al nostro cuore quando prepariamo la valigia e partiamo per scoprire mete sconosciute?

È importante che le persone affette da problemi cardiovascolari - come ipertensione, scompenso cardiaco, aritmie o coronaropatie - non lascino a casa la consapevolezza di convivere con queste patologie.

Prima di chiudere il portabagagli o di timbrare il biglietto, infatti, è fondamentale sottoporsi a un controllo medico per valutare se sia necessario modificare le terapie anche sulla base della destinazione scelta.

Da questo punto di vista, ecco a voi alcuni consigli pratici per rilassarsi in assoluta sicurezza: per chi soffre di disturbi cardiovascolari l’ideale sarebbe prenotare un soggiorno in collina, considerato che è meno calda del mare ed è caratterizzata da pochi sbalzi di temperatura e una buon quantità di ossigeno nell’aria.

Il mare, infatti, può nascondere alcune insidia: il caldo afoso delle spiagge aumenta la frequenza cardiaca e favorisce la disidratazione, che a sua volta peggiora gli scambi di ossigeno a livello polmonare e dei vasi periferici.
Chi ha malattie cardiovascolari, quindi, deve evitare di andare al mare nelle ore più calde; può fare il bagno ma rigorosamente a stomaco vuoto, perché le cardiopatie favoriscono il rallentamento della digestione, e stando attenti alla temperatura dell’acqua, che non deve essere troppo bassa, per scongiurare uno shock termico.

Altrettanto importante è preferire ambienti ventilati, bagnare la testa se fa tanto caldo e non stare troppo tempo al sole.

Inoltre, mai dimenticare una buona idratazione: sudare di più può portare a squilibri elettrolitici che possono causare aritmie. In aggiunta, la disidratazione può peggiorare la funzione renale in chi è scompensato, serve perciò bere in misura adeguata e, se necessario, integrare minerali come il potassio, soprattutto se si è in cura con diuretici.

Infine, per chi al caos delle località balneari preferisce il silenzio della montagna, occorre considerare che oltre i duemila metri l’organismo può faticare un po’ ad adattarsi alla minor quantità di ossigeno nell’aria: malessere, difficoltà a dormire e pressione più alta sono i segni del disagio.

Quindi no alle quote elevate per chi soffre di scompenso, perché la riduzione dell’ossigeno affatica molto il cuore.